La Lega dei Comunisti di Ferri Alessandro
La Lega dei Comunisti
La confusione creatasi con l'abbandono della tesi del Socialismo Utopistico, pose la Lega dei Giusti in una fase di evidente stallo, dove a mancare fu un vero programma. Moll con l'intento di recuperare quello che era possibile, individuò in Marx e Engles l'ancora di salvataggio. Nell'Estate del 1847 a Londra venne svolto il primo congresso della Lega; Marx non potette essere presente in quanto non riuscì a raggiungere la città da Bruxelles, Engles rappresentò le comunità parigine, mentre W. Wolff le comunità di Bruxelles. Il congresso ebbe inizio in maniera molto decisa e chiara attuando innanzitutto la riorganizzazione della Lega pianificandosi in comunità, circoli, circoli dirigenti,organo centrale e congresso; Venne designata la sede del consiglio centrale, che rimase quella londinese, e da quel momento l'organizzazione prese il nome di "Lega dei Comunisti".
Il comitato centrale che uscì dal primo congresso, fu composto da J. Moll, J. Schapper e H. Bauer; i tre tedeschi che avevano lavorato a fondo per la ricomposizione della Lega dei Giusti dopo i fatti francesi del 1839. L'organizzazione diveniva democratica, con organi eletti e sempre destituibili. Il primo articolo della bozza dello statuto recitava così: "Fine della Lega è l'abbattimento della borghesia, il dominio del proletariato, l'abolizione della vecchia società basata sugli antagonismi di classe e la creazione di una nuova società senza classi e senza proprietà privata". Fu nel Dicembre dello stesso anno che si svolse il secondo congresso della Lega dove figurava tra le fila dei partecipanti, Marx. Il tedesco attraverso un lungo dibattito difese la nuova teoria del Socialismo scientifico, presentando "Il Manifesto del Partito Comunista", ottenendo all'unanimità l'approvazione dei nuovi principi. Venne cambiato anche il motto impresso sulle tessere, il quale da "Tutti gli uomini sono fratelli", si trasformò in un vero e proprio slogan di lotta (ancor oggi utilizzato) "Proletari di tutto i paesi, unitevi!". 1848, scoppiò la rivoluzione di Febbraio, ed il consiglio centrale fino al momento localizzato a Londra, decise di trasmettere i suoi poteri al circolo dirigente di Bruxelles. Questo provvedimento giunse quando a Bruxelles era già in atto lo stato d'assedio e ai tedeschi era proibito riunirsi. A questo punto fu Marx ad essere incaricato di assumersi tutti i poteri della direzione, e autorizzato a recarsi a Parigi per formare al più presto un nuovo consiglio centrale. Giunto a Parigi, Karl trovò un clima alquanto burrascoso; si stava manifestando l' idea ossessiva di raggrupparsi in legioni rivoluzionarie. Tedeschi, polacchi, spagnoli, italiani, belgi, olandesi, tutti si radunavano in squadre per andar a liberare le proprie patrie. Con questo rientro in patria delle masse popolari, la lega evidenziò la sua fragilità nel gestire l'evento; si persero tutti i contatti e organizzarsi risultò alquanto problematico. Alla fine dei moti rivoluzionari del 1848, urgeva una riorganizzazione della Lega, dunque era necessario ristrutturarsi in un movimento proletario anch'esso segreto, visto che come prima del 1848 era vietata ogni organizzazione pubblica del proletariato. [...]
Tratto dal primo volume "Le Internazionali" di Ferri Alessandro