NESSUN CEDIMENTO, TUTTO DA GUADAGNARE

Pubblicato il da giornaleproletariogarfagnino

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FRANCIA : Editoriale dei bollettini di fabbrica pubblicati dalla Frazione "l'Etincelle"

 

 

NESSUN CEDIMENTO, TUTTO DA GUADAGNARE

 

Chiusi nella fabbrica, venerdì 16 settembre, dai salariati infuriati contro un piano di soppressione di 127 posti su 200, i quadri dirigenti della Constellium nella Somme sono fuggiti come ladri da un buco aperto nella rete metallica con l'aiuto della gendarmeria. Il che è veramente simbolico.

UNA NUOVA ONDATA DI LICENZIAMENTI

Da qualche mese, gli attacchi ai posti di lavoro sono ripresi in pieno. In un'intervista al Figaro, l'amministratore delegato del gruppo Peugeot Citroën, Philippe Varin, non solo ha confermato a mezze parole la chiusura prossima degli stabilimenti dAulnay-Sous-Bois nella Seine-Saint-Denis e Sevelnord nel Nord, ma ha annunciato un nuovo piano di economie col licenziamento degli interinali e una pressione accresciuta sui lavoratori dei subappalti. La lista degli stabilimenti minacciati si allunga in tutti i settori: Goodyear ad Amiens, Arcelor a Florange, Fralib vicino a Marsiglia, ecc.

Come nella precedente ondata di licenziamenti del 2009,i padroni approfittano del'inquietudine suscitata fra i salariati per esercitare ricatti. Nella fabbrica Still, che produce carrelli elevatori nell'Oise, la direzione aveva imposto un aumento dell'orario di lavoro del 10 % senza compensi salariali. Eppure alla fine di luglio, i 255 salariati apprendevano della chiusura del loro stabilimento.

IIL RICATTO DEI PADRONI MASCALZONI

Alle Fonderie del Poitou (Vienne), cè una diminuzione dei salari del 25%, programmata in nome della salvaguardia del posto di lavoro. Ma i 400 salariati, in sciopero da settembre, rifiutano questo ricatto, che mira solo a fare economie per finanziare un futuro piano di licenziamenti.

Menzogne,ricatti e metodi da furfanti, non sono solo appannaggio di speculatori e banchieri. Come i loro compari della finanza, i baroni dell'industria usano tutti i mezzi per far pagare le spese della loro crisi ai lavoratori. Mentre gli uni speculano sui debiti degli stati e impongono drammatiche misure di austerità nel mondo intero, gli altri producono in massa...disoccupazione e bassi salari. Con l'aiuto e la benedizione dei governi, siano di destra come qui o di sinistra come in Spagna o in Grecia.

Neanche in Francia la sinistra manca di candidati per dirigere il prossimo governo di lotta contro i lavoratori. Erano in sei, giovedì scorso, ad ammassarsi alla TV per cercare di conquistare i voti dei lavoratori grazie al loro programma ridicolo: « Occupazione futura» per Martine Aubry, «contratti di generazione » per François Hollande, le misure proposte devono rassicurare il padronato, non farlo tremare: si riassumono in nuove riduzioni degli oneri. Per il Partito Socialista non si pone il problema di evocare una qualsivoglia pressione sui licenziatori, bisognerebbe al contrario fare loro nuovi regali !

COORDINIAMO LE NOSTRE LOTTE PER FORZARE IL PADRONATO

I lavoratori non si devono attendere nulla dalle elezioni presidenziali del 2012. Chi pagherà la crisi ? Il Medef (l'organizzazione del padronato francese) riuscirà a taglieggiare i lavoratori? O i lavoratori sapranno fare arretrare e costringere i padroni e il governo alla loro mercé? Queste questioni urgenti non aspetteranno il prossimo anno.

Le battaglie future non seguiranno più il calendario dell'intersindacale. Con la giornata di lotta annunciata per l11 ottobre, senza appello allo sciopero, e, per ora, neppure un appuntamento per manifestazioni in piazza, le confederazioni non propongono neppure il minimo sindacale. E il programma che avanzano è altrettanto timorato degli strumenti di cui si dotano.

Bisognerà, tuttavia, afferrare tutte le occasioni ll 11 ottobre e altre per manifestare, discutere e convincersi della necessità di un piano di lotta coordinato dei lavoratori per costringere il padronato, tanto per cominciare, a proibire i licenziamenti e aumentare tutti i salari di almeno 300 euro.

E la sola via: saranno necessarie vere lotte, non solo mobilitazioni disperse e isolate, ma generalizzate, andando fino in fondo.

 

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